I centri estivi Auser fanno il pieno

I centri estivi Auser fanno il pieno

A Città della Pieve e Gubbio due esperienze molto positive che continuano

È ripartito per il quinto anno consecutivo il centro estivo per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni organizzato dal centro socio culturale Auser l’Ombra del Nocciolo di Città della Pieve. Un “servizio di comunità” che è ormai divenuto un punto di riferimento per le famiglie pievesi. “E questo nonostante la totale assenza di aiuti e sostegno da parte delle istituzioni, amministrazione comunale in primis”, commenta Marcella Binaretti, presidente del centro sociale Auser. “Nonostante ciò, anche quest’anno, grazie all’ottima collaborazione che si è creata con i genitori e grazie alla forza del volontariato Auser – continua Binaretti – siamo in grado di offrire questa esperienza a bambini e famiglie, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 16.00, con l’ausilio di due operatrici la mattina e due il pomeriggio, oltre al supporto dei nostri ‘nonni’ volontari”.
Il centro è partito il 10 luglio e si concluderà il 28 agosto. “La mattina dopo l’accoglienza – spiega ancora Binaretti – i bambini vengono portati fuori, giocano all’aperto, poi fanno colazione e poi rientrano per il pranzo. Nel pomeriggio fanno laboratori incentrati soprattutto sull’ecologia, gli animali, le piante, eccetera. Siamo felici di aver potuto riproporre anche quest’anno il nostro centro estivo – conclude Binaretti – e la soddisfazione delle famiglie coinvolte è il miglior premio per i nostri sforzi”.

Hanno passeggiato a piedi nudi nel fiume, costruito castelli con scarti di falegnameria, creato mappe del tesoro, cucinato cous cous ed esplorato boschi suggestivi, realizzando parchi avventura con corde rimediate. Hanno suonato canzoni inventate e scoperto il buio, attraverso piccoli elementi fluorescenti, si sono arrampicati sulle rotoballe e hanno manipolato la ceramica sotto la guida di nonni ceramisti. Sono davvero tante le esperienze vissute anche quest’anno dalle bambine e dai bambini, circa settanta, dai 3 agli 8 anni d’età, che hanno partecipato dal 3 luglio all’11 agosto al centro estivo “Io c’entro” organizzato da Auser Alto Chiascio a Gubbio. Un’iniziativa arrivata alla terza edizione, pensata e realizzata da Giuliana Baldinucci per Auser, che dopo una serie di tentativi andati a vuoto in vari istituti ha trovato ospitalità nella scuola elementare e materna di Mocaiana, grazie alla sensibilità e alla prontezza della sua dirigenza. In questa ampia struttura i bambini sono stati ospitati gratuitamente ed invitati a vivere esperienze “d’altri tempi” sotto la guida del responsabile, Andrea Chianelli.
“La prima edizione del nostro centro, in piena pandemia, è stata così esaltante che sia la scuola che l’utenza hanno fatto grande pressione perché venisse organizzata la seconda e poi quest’anno la terza – spiega Chianelli – Così, abbiamo messo a punto nuove esperienze, nuovi giochi e nuove possibilità di scoprire ed imparare, per non far venir meno la nostra peculiarità di centro con i bambini al centro. Questa idea la mettiamo in ogni cosa che facciamo, in ogni proposta, in ogni esperienza, perché è nostra precisa convinzione che i bambini debbano coltivare la loro curiosità in totale libertà, lasciando il compito di valutare i rischi ai propri educatori, con la consapevolezza che un ginocchio sbucciato, un graffio ad un braccio o una piccola caduta siano passaggi utili e necessari per una più approfondita scoperta di sé. Questo – continua l’educatore – nella convinzione che la lettura, la scrittura, il disegno e la manipolazione siano altrettanto utili alla crescita nella fase 3-8 come lo è imparare ad arrampicarsi su un albero, o scoprire cosa c’è dentro una spiga di grano, o quanto possa essere fredda l’acqua di un fiume di montagna”.


E poi ci sono state le gite, sempre a metà tra possibilità di apprendimento e esperienza diretta. “Ci siamo trovati a fare esperimenti di chimica in un vero laboratorio – prosegue Chianelli – o a contatto con l’arte moderna di Burri, o a passeggiare nelle profondità terrestri delle grotte di Frasassi. Abbiamo vissuto il teatro e fatto la conoscenza delle nuove tecniche di agricoltura o allevamento degli animali”.
I bambini hanno accolto questo modo di agire con entusiasmo, con la loro voglia di scoprire e il loro affetto, come pure i genitori, testimoni virtuali tramite whatsapp e sempre disponibili ai repentini cambi di programma, o a riportare casa i bambini con abiti tutt’altro che puliti, ma con il cuore pieno di gioia.
“In questa terza edizione – conclude Chianelli – i bambini sono ulteriormente aumentati e le persone con cui siamo entrati in contatto sono la nostra migliore pubblicità; le gite, i giochi e le avventure che proponiamo sono sempre figlie della logica del centro e non c’è mai un giorno uguale all’altro”.